IL MEME SFOTTE L'ARTE

 Dice Valentina Tanni che mai come ora le immagini si mostrano sotto ai nostri occhi come in un continuo presente. Scaricabili, modificabili, remixabili, le immagini prodotte in passato si mixano con quelle del presente, si intrecciano, si rigenerano, si ripropongono applicando schemi narrativi antichi e viceversa (?).

Specie le opere d'arte diventate dei template e la didascalia ne muta il senso. Oppure é la cronaca che con clamore (altrove) muta il segnificato di ciò che vediamo.









In quest'ultimo caso il meme si é trasformato a seguito dei continui passaggi, dal Mantegna, al russo che gli ha gonfiato il pene, alla giunta di Veronica piangente...

La circolazione dei contenuti si é fatta talmente frenetica da indurre critici e giornalisti ad adottare termini mutuati dalla biologia: contenuti virali, meme contagiosi, fino a mutuare termini biologici che se il gene contribuice all'evoluzione biologica trasferendosi tramite spermatozoi e ovuli di persona in persona, altrettanto fanno i meme che svolgono la stessa funzione dei geni trasferendosi di mente in mente contribuendo all'immaginario collettivo. L'elemento caratterizzante del meme é la contagiosità a cui si accompagna la variante. Come un virus.













Internet si configura ogni giorno di più come il regno delle alternative, un palco dove va in scena, minuto dopo minuto, ogni possibile versione della realtà, rendendoci coscienti degli infiniti punti di vista e degli innumerevoli modi di swtare al mondo.




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